Come ricordo Aleppo...
Ho passato li un paio di settimane nell'ottobre del '95, ci son poi tornato dopo qualche anno, compivo quella che all'epoca mi appariva come una ehm... certa età e mi regalai un viaggio in moto in solitaria da Roma.
Doveva essere una tappa per raggiungere Damasco e poi Palmira, diventò invece la meta, arrivai anche in quei luoghi ovviamente e non solo, ma "La Bigia" cosi viene anche chiamata mi catturò come assolutamente non previsto.
Che bella era Aleppo!
Lo dico con quel compiacimento molto occidentale di chi pensa di aver conosciuto un luogo, così vicino e così lontano, così grande e così diverso, da arrogarsi quasi il diritto di averne fatto parte...ma son consapevole che così non è.
Mi rimane in ogni caso la spontaneità di dieci, di cento, di mille anime li conosciute, uomini e donne dai nomi esotici e cattolici, islamici e latini, parlanti l'arabo e l'aramaico il turco e l'armeno.
Quasi ogni pomeriggio verso le 17, cercavo, trovavo ed entravo in una delle innumerevoli micro Moschee situate nel suk; li, in silenzio assoluto dopo aver visto il Muezzin rientrare dall'aver fatto la chiamata alle genti, da ultimo arrivato entravo, e...ascoltavo, semplicemente ascoltavo ed era bello, era qualcosa che affiorava dal passato, da ricordi letti, pensati, immaginati, era tutto li ed era realtà.
Tutto era a portata d'uomo a grandezza d'uomo, come non sempre è nei luoghi di culto, la stanza, il Mihrab, il muoversi delle persone, la spontanea genuinità, l'assoluta non intromissione, la temperatura...il Tempo stesso
In quelle occasioni sentii, sperimentai, percepii il valore del momento, dell'essere li in quell'istante, qui adesso...solo questo, il momento, lo scorrer della Vita.
Che grande emozione e che bellezza! .
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