Ci sono luoghi su questo stupendo pianeta dove i silenzi sono assoluti, avvolgenti.
E più sei li, immobile a guardare, ad ascoltare il silenzio, più lentissimamente qualcosa si trasforma e si mostra; e sempre più lentamente e delicatamente sembra di entrarci dentro poi ti accorgi ancor più lentamente che ne sei parte ed ancora più pacatamente che ne sei sempre stato parte. Allora hai come una leggerissima scossa, un formicolio, sale un calore, il respiro diventa nutrimento...e lacrime di gioia iniziano a solcare il viso.
Ci sono altri luoghi dove vedi letteralmente le montagne in Vita. Sono li, presenti, nella loro possenza, in ascolto, testimoni di un qualcosa di antichissimo ed immenso, con il loro movimento impercettibile, proporzionato alla loro età.
Il cuore batte, caldo, profondo e tutto il tuo essere è come se si riconoscesse, come se si rincontrasse con qualcosa lasciato tanto tanto tempo prima.
Ci sono poi altri luoghi resi inaccessibili dalle mutevoli situazioni politiche.
Roccaforti di una follia che ancora viviamo.
Territori magari intravisti decenni fa in qualche telegiornale in bianco e nero, con quelle immagini traballanti o solo sentiti.
Le sponde del fiume Ussuri tra Cina e Russia, il canyon che divide l'attuale Armenia ex Urss dalla Turchia e quindi una volta il blocco sovietico dalla nato, il Monte Ararat tra Iran, Turchia ed Armenia, dove le visioni sono speculari, da una parte Kor Virap una stupenda ed attivissima chiesa, con l'Ararat di sfondo e di là l'Islam, Ishak Pasha con lo stesso sfondo ma rovesciato.
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