E ancora...e le persone...
Era il 1995 quando scendevo in motocicletta dai monti del Tauro e già vedevo la pianura che poi si fonde con la Siria dove ero diretto.
Ero da poco passato attraverso un rastrellamento da parte dell'esercito turco alla ricerca di fiancheggiatori curdi.
Indimenticabile la durezza di alcuni di quegli uomini, i loro sguardi, il silenzio, la consapevolezza della loro forza.
Come aver toccato la crudeltà pur non vedendola.
Chilometri più avanti mi fermo a far benzina.
La ragazza alla stazione di servizio aveva i capelli e gli occhi più neri della notte più nera. Il vento, pur s' era ottobre era caldo e secco ed alzava una polvere finissima che a tratti faceva chiudere gli occhi.
Le dissi in turco... Bu küçük bahçede, sen en güzel çiçek vardır
...il fiore più bello in questo piccolo giardino sei tu. Il vento era sempre più forte e continuo ed a tratti sembrava che senza reggersi l'uno all'altro ci potesse portar via. Era l'estate del 1997 quando ci guardavamo fissi negli occhi parlando con Zulfiqar, impiegato alle poste di un remoto villaggio nelle montagne pakistane con tre figli e la casa a dieci chilometri di mulattiera, alto, calmo, curioso ma discreto, elegante nei gesti come chi fa parte realmente del suo mondo, una tessera consapevole dell'insieme e quindi della necessità e dell'importanza dell'essere tessera; ho quasi paura a scriverlo: un uomo felice. |