E' stata una forte emozione l'aver potuto girare liberamente tra le montagne del Pamir, attuale Tajikistan, sino a giungere ad un osservatorio astronomico ex sovietico a ridosso della frontiera cinese, e da li vedere e quasi toccare le cime del Mutzag Ata.
Ancor di più costeggiare il corridoio del Wakhan dove per centinaia di km scorre l'Amu Darya, l'antico Oxus e dall'altra parte della sponda vedere l'Afghanistan i villaggi, i bambini salutare, gli uomini e le donne sui muli e nei campi; fino a giungere in un luogo totalmente inaccessibile fino a poco tempo fa ed in parte tuttora, la fine del corridoio del Wakhan dove si toccano Pakistan, Cina, Afghanistan e l'attuale Tajikistan (ex Urss), dove tutte le strade...terminano. Confine costruito arbitrariamente a fine 800 da Russi e Inglesi, ognuno teso a difendere i propri interessi, chi nel continente indiano chi in Asia centrale.
Un'intensa ed antica emozione ho provato anche a Garni in Armenia, dove sorge un tempio greco del primo secolo dopo Cristo fatto costruire dal Re Tiridate con i soldi avuti nel suo viaggio a Roma da Nerone.
Il tempio si affacciava su quello che era l'Impero Persiano e questa universalità, Romani, Greci, Persiani questa antica grandezza, si respira ancora. Se si chiudono gli occhi e se ne ha il desiderio, si è come proiettati a quei tempi...tre grandi civiltà in un unico punto!
Anche nell'antico forte romano di Gonio, nella Georgia occidentale sulle sponde del mar Nero, l'antica Colchide le emozioni sono forti o sulla citadella di Aleppo dove dall'alto con il vento ed il sole negli occhi ho creduto di vedere l'immenso esercito mongolo che tra il 1.200 e il 1.300 l'assediò.
Il lago di Aral, con le navi arenate nella sabbia con l'acqua distante centinaia di km. |