Non so se a qualcuno sia mai capitato di ascoltare una frase come quella che mi disse il mio ospite: ho sentito dire che in Europa si costruiscono ottimi cannocchiali, mi sarebbe utile averne uno per cercar di trovare le capre quando si perdono.
Fu come avere le vertigini, ci fu in me un attimo di sbandamento, essere li con qualcuno che "aveva sentito dire"... non che aveva letto una pubblicità o aveva visto in televisione o su internet o altro, no, aveva sentito dire; si parlava di come altri popoli lontani, altre genti avessero attitudini costruttive diverse ed in quel caso migliori, ed in questo dire non c'era sopravalutazione o sottomissione, ammirazione o invidia, niente, c'era solo la conoscenza di qualcuno che sapeva fare ben una cosa che avrebbe agevolato la vita di tutti i giorni.
Il fatto mi colpì profondamente, non garantii nulla ma in cuor mio mi ripromisi di soddisfare quel desiderio se mai fossi tornato da quelle parti.
Passammo poi del tempo a raccontarci cose di vita quotidiana e a fare piccoli giochi ai bambini tipo le ombre cinesi o far credere con abili movimenti della mano che un dito si potesse staccare e tutti ne fummo partecipi e divertiti. Poi presi l'aquilone che portavo da circa un mese con me e fu festa.
L'uomo, del quale non ricordo il nome capo di quel villaggio di tende situato tra montagne bellissime e dure come solo le montagne sanno essere ed io, ci trovammo accucciati per terra nel tentativo di montare l'aquilone, legando ben saldi i fili, ognuno con le proprie conoscenze ed esperienze, ognuno con le proprie intuizioni, ognuno con la propria lingua; due mondi lontani e diversi congiunti e indaffarati.
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