Estate 2009
Avevo già provato qualche anno prima ma non mi avevano fatto passare, ero in moto da solo ed a malincuore dovetti far marcia indietro, dopo una decina di km di sterrato.
Ora ripassando per quella che è o almeno era, ci manco da qualche anno, una delle più belle strade che io abbia mai percorso e cioè la E99 nella Turchia orientale che da Dogubayazit, soglia per entrare in Iran va verso Igdir per poi cambiare nome in D 080, fiancheggiare il confine armeno regalando viste sull'monte Ararat uniche e ricambiando nome in D 070 arrivare a Kars, per poi con un altra sigla ancora giungere al confine con la Georgia, beh non ho potuto fare a meno di ritrovare quello sterrato che prometteva qualcosa per cui vale la pena mettersi in viaggio.
Anche questa volta dopo qualche km di strada bianca mi appare una caserma ma in più a chiudere la strada che pur restringendosi molto prosegue, ci pensava messo in diagonale un carro armato.
Ho creduto che non ci sarebbe stato niente da fare nemmeno questa volta...mi sbagliavo.
Dopo qualche chiacchera con l'ufficiale uscito accompagnato da due soldati, giungemmo ad un compromesso, avrei lasciato il passaporto a loro e per 24 ore avrei potuto transitare da li in avanti.
Non ci credevo ancora.
Questa via è interdetta praticamente a tutti per due motivi, il primo è che siamo a ridosso del confine con l'Armenia e la strada entra ed esce da li un po' come alcuni sterrati delle nostre Alpi tra Italia e Francia, secondo perchè nell'altopiano che dopo alcuni km raggiunge, vi sono in questa stagione numerosi gruppi di nomadi Curdi.
Per me sia una cosa che l'altra erano e sono motivi validi per provare ad andare avanti.
Non vorrei apparire come uno "spavaldo" non lo sono, o uno di quelli che necessariamente devono andare dove non si può, forse ero così da ragazzino, ma da sempre le strade che si affacciano su di un confine per poi entrarne e riuscirne, inerpicarsi e sparire mi hanno affascinato, catturato...non starò qui ora a capirne e spiegarne i motivi.
Così dopo un po' di km eccoci in vista delle prime tende.
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