per
traverso sulla strada mi riporta bruscamente alla realtà.
Non si sa bene cosa fare, poi ci fanno proseguire ricordandoci
del pericolo al quale andiamo incontro.
Riusciamo a trovare qualche tanica di benzina, 75 ottani, nessun
problema per le nostre monocilindriche.
Un piccolo villaggio ci da la possibilità di approvvigionarci
di acqua (piovana), in un negozietto troviamo biscotti insieme
a bombe a mano e caricatori per mitra e l'immancabile calendario
con la foto di Bin Laden, oggi tristemente famoso.
Inizia a fare sera e non c'e modo di uscire da queste gole.
Un altro guado, ma l'acqua è troppo alta, è buio,
siamo bagnati fino alla cinta e se di giorno può far
piacere visto il gran caldo, con l'arrivo della notte no, la
temperatura scende.
Accendiamo un fuoco nella speranza di asciugarci, ma questo
attira altri uomini armati che ci fanno capire che da li è
meglio andarsene e ci guidano fino ad un guado più basso,
dove la moto con il pilota sopra è sostenuta da altre
tre persone per la forte corrente che ha l'acqua, fortunatamente
le Givi laterali sono impermeabili.
Passiamo la notte all'aperto ospiti di un pastore che ci fa
un ottimo te con l'acqua del fiume.
Il giorno successivo stessa storia, spacci con armi e foto di
Bin Laden, guadi e mulattiere.
In tutta questa regione i Pakistani non sono assolutamente presenti.
La strada che fiancheggia il confine Afghano è un via
vai di gente armata che spesso ti ferma per la sola curiosità
di vederti, alcuni sembrano ostili altri l'opposto. Arriviamo
a Darra luogo di produzione di armi, poi Peshawar.
Mi chiedo quante di quelle persone incontrate siano in Afghanistan
a combattere e quanti di quei fortini visti siano ancora in
piedi
Ci ricongiungiamo con il nostro compagno e dopo alcuni giorni
si parte per la Cina.
Le pessime condizioni climatiche ci obbligano a non affrontare
lo Shangla Pass, sono straripati i due fiumi e le valanghe hanno
totalmente bloccato la strada. |